I signori della distruzione by Adrian Tchaikovsky

I signori della distruzione by Adrian Tchaikovsky

autore:Adrian Tchaikovsky [Tchaikovsky, Adrian]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fanucci
pubblicato: 2024-10-24T23:00:00+00:00


Terza parte

Crux

18

Kris

Era da sola a bordo dell’Occhio. E, anche se l’Occhio era molto grande e contorto e pieno di spazi nascosti, era assolutamente certa di essere sola. Non riusciva a capire perché. Stavano accadendo troppe cose.

Kris era all’esterno della stanza in cui si trovavano le Macchine. Le Macchine vuote. Non c’era nessuno lì, niente Idris, niente Ahab. Era molto importante che lei si trovasse all’esterno e che la porta fosse chiusa, ma... L’aria le gridava addosso, come se tutti quelli che erano morti sulla Terra quando era arrivato l’Architetto fossero finiti in una qualche primitiva idea di inferno e lei avesse un posto in prima fila per assistere alle torture. La sua testa era stata privata di qualsiasi idea di quello che stava succedendo fino a un secondo prima. L’Occhio risuonava del coro dei dannati, la pietra ronzava a quel suono, come se ogni briciolo della sua sostanza potesse spezzarsi, poi trasformarsi in sciami di mosche o particelle seghettate. E c’era una voce, un maestro del coro che guidava il ritornello. La condannava, consegnandola agli stessi eterni tormenti che stava udendo.

In tutto ciò, si rese conto che qualcosa la stava seguendo attraverso i corridoi dell’Occhio. Quel vecchio mostro del subconscio, la Presenza. Questo le disse che l’Occhio doveva essere nel nonspazio, ed ecco perché era da sola. Avrebbe dovuto essere una rivelazione terrificante, quella nonsolitudine. Ma al momento, con tutto quello che stava accadendo, la Presenza era quasi come una vecchia amica. La teneva con i piedi per terra nell’irreale e rispondeva a una manciata della miriade di domande che assalivano l’interno del suo cranio.

Idris ce l’ha fatta. Si ricordava adesso, frammenti. Idris stava cercando di portarli via. Quindi forse la rivelazione corretta avrebbe dovuto essere: ‘Idris sta cercando di farcela.’

Avrebbe dovuto essere dall’altra parte di quella porta allora, sicuramente. Avrebbe avuto più senso. Non era sicura del perché si trovasse là fuori, in una stanza dalle pareti di pietra che era stata... complicata. C’erano molte scatole e casse e cose, ed erano ricoperte da uno strato di dardi e proiettili, oltre che da piccole sculture di metallo stranamente deformate. Solo che si trovavano sul lato che dava le spalle alla sala della Macchina. Sapeva che quello doveva significare qualcosa, ma se solo tutte quelle voci avessero smesso di urlare.

Smisero. La Milizia, e l’Occhio contenuto all’interno dei suoi inconsistenti confini, esplose nel reale come un delfino da un mare ribollente.

Il Voyenni davanti a lei era in ginocchio, le mani guantate strette intorno al casco. Anche lei non stava benissimo. In quel momento avrebbe preferito andare a farsi una bevuta di consolazione con lui piuttosto che continuare lo scontro che a quanto pareva stava avendo. Inoltre, un uomo in ginocchio in un duello di coltelli le scatenava tutti quegli istinti che le impedivano di lanciarsi in un altro attacco. Perché era stata addestrata per dei duelli dove persone civili si arrendevano. Si ricordò piuttosto tardi che loro due stavano davvero cercando di uccidersi e che quella non era la pedana giudiziaria.

Havaer



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